Dedico questo
post a tutti i miei amici, parenti, pazienti e conoscenti che non amano
leggere.
In
primo luogo perché non dovranno leggere niente, ma solo ascoltare il link che
segue:
http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-38411bf2-d92b-44ef-b325-69a9df857034.html#
In
secondo luogo perché, dopo questo ascolto, comprendano che cosa si perdono a
non amare la lettura.
Per
chi invece come me non può far a meno di leggere, ho in serbo un regalo: ho
sbobinato per voi una puntata del programma radiofonico "Fahrenheit, i
libri e le idee " di Rai Radio3.
Così
non vi dovrete ammattire con podcast, cuffiette e "oddio perché non mi si
sente?"... ma dovrete soltanto leggere. Non conoscete ancora questo
programma radio? Male! Ascoltatelo: dal lunedì al venerdì, dalle 15 alle 18.00.
Ah,
dimenticavo, un'anticipazione: ad un certo punto parla il mio libraio di
fiducia, Moreno Giannattasio, della libreria "Aleph" di Castelfidardo (An).
Buona lettura o buon ascolto, chissà?
Buona lettura o buon ascolto, chissà?
LIBROTERAPIA, COME CURARSI CON I LIBRI E CON I LIBRAI
Andato in onda:18/09/2013 - In azzurro le parole del conduttore: Felice Cimatti.
Andato in onda:18/09/2013 - In azzurro le parole del conduttore: Felice Cimatti.
- Buon pomeriggio, buon pomeriggio, sono le
15 e 2 minuti di mercoledì 18 Settembre 2013, comincia ora il pomeriggio di Fahrenheit,
comincia ora con i saluti (....) alla voce quella che state ascoltando di
Felice Cimatti. Comincia così il pomeriggio di Fahrenheit, rimarremo con voi
fino alle 18. Oggi in particolare abbiamo un tema da porvi, ma sono già
arrivate le vostre risposte al tema che abbiamo lanciato questa mattina che
affronteremo oggi in apertura a Fahrenheit,
scriveteci (...). Dalle lettere che vi stiamo per leggere capirete anche forse
quale è il tema.
Ci scrive un'ascoltatrice, Letizia:

Sentitene un'altra, Donata:
< Due sono i libri che credo abbiano
cambiato qualcosa nella mia vita in anni recenti. "Se una notte d'inverno un viaggiatore" di Italo Calvino, che mi fu prestato da un giovane uomo che
credevo non mi capisse e che invece mi ha dimostrato d'intuire molto di me e che
poi è diventato fra l'altro mio marito. E poi "La biblioteca sulcammello" di Masha Hamilton, che ho letto appena dopo essere diventata
bibliotecaria e che in qualche modo ha confermato per me che questo non sarebbe
stato solo un mestiere ma una vocazione>.
Ancora uno e poi salutiamo i nostri ospiti,
Massimiliano:
< "Il male oscuro" di Giuseppe
Berto, grazie al quale ho capito che i libri non cambiano la vita. Sono in cura
per una depressione maggiore dal 2002, molti guai tutto sommato oggi va un po'
meglio>.
Di che parliamo? Stiamo parlando oggi a Fahrenheit di una
forma di terapia, che come sempre in Italia arriva ora ma all'estero già esiste
da molto tempo, che si chiama "Biblioterapia", cioè una terapia a
partire dai libri.
Salutiamo intanto due ospiti e poi viaggeremo con i
librai.
Uno scrittore Fabio Stassi, buon pomeriggio.
- Buon pomeriggio, mi sentite?
(GRAN RUMORE DI SOTTOFONDO).
- Sentiamo soprattutto un gran rumore di segherie, Stassi?
- Eh, eh sono in treno... che
è un po' sempre il mio destino, mi dispiace ma....
- Intanto raccontiamo chi è Stassi. E' curatore
dell'edizione italiana del libro di Ella Berthoud e Susan Elderkin "Curarsi con il libri", Sellerio, che uscirà a Novembre 2013. Questo libro è appunto una sorta di manuale su cos'è la "Biblioterapia". Fabio Stassi è uno
scrittore, ricordiamo il suo libro "L'ultimo ballo di Charlot",
Sellerio, che è stato il libro del mese di Fahrenheit nel Novembre 2012. E
poi salutiamo Rosa Mininno, psicologa e psicoterapeuta, fondatrice del sito
www.biblioterapia.it. Buon pomeriggio.
- Buon pomeriggio a lei e a
tutti gli ascoltatori
- Intanto ci vuole definire lei che cosa è la
biblioterapia?
- La biblioterapia è nata agli
inizi del '900, nell'ambito della psicoterapia, quando uno psichiatra americano
cominciò a "prescrivere" la lettura di libri per la cura e la terapia
della depressione. E' una tecnica che associa alla psicoterapia alla lettura di
libri scelti. Non parliamo quindi semplicemente di promozione della lettura ma
proprio di percorsi studiati sulla persona e sul suo tipo di disagio
psicologico.
- Quindi parliamo di libri scelti in direzione del tipo
di malanno e di disturbo della persona?
- Si, esatto. Questo proprio
per aiutare la persona a far emergere alcuni contenuti attraverso anche il
racconto esposto nel romanzo. I libri proposti posso essere i più diversi.
Possono essere anche libri di auto-aiuto, scritti da specialisti con uno stile
accessibile alle persone ma con caratteristiche serie, scientifiche ed
adeguate. Ad esempio libri tematici ad esempio sull'ansia, sulla depressione o
su i disturbi del comportamento alimentare. Quindi libri che aiutano la persona
a capire il proprio disturbo. Già comprendere questo in un libro di auto-aiuto
è molto importante. Ci sono poi libri di testimonianze di persone che hanno
vissuto il problema e che raccontano la loro esperienza partecipandola ad
altri.
- Ma si possono anche proporre romanzi non
necessariamente collegati alla patologia della persona?
- Anche i romanzi sono molto
importanti perché aiutano la persona a sviluppare quelle capacità empatiche che
sono fondamentali nei processi di elaborazione di un disagio. Si possono
elaborare i contenuti della storia, per analogia o per contrasto, oppure
identificarsi con alcuni personaggi o con alcune loro caratteristiche che lo
scrittore ha voluto dare. A volte i personaggi hanno un qualcosa che assomiglia
al lettore e che in qualche modo lo aiuta a far emergere contenuti importanti,
emozioni, sentimenti e pensieri.
- Vediamo ora se riusciamo a sentire un po' meglio la
voce di Fabio Stassi. Fabio ci sei?
- Ecco ora vi sento, sono
fermo in una piccola stazione .

- Si, questo libro è un po' un
gioco un po' una grande festa, una grande occasione per diffondere quella che
io credo che sia la più fortunata malattia cronica che si possa contrarre e
cioè la lettura. Sono convinto che la
lettura vada contagiata proprio come un raffreddore che come ogni affezione si
trasmette per contagio. Il principale veicolo di contaminazione sono
l'entusiasmo per i libri e anche l'amicizia, perché i libri hanno sempre a che
fare con l'amicizia. Quindi chi parla con passione di un romanzo, oltre a
lodare le sue possibilità e le sue facoltà taumaturgiche ...
(LA CONVERSAZIONE È
DISTURBATA)
- Stassi che cosa è un treno a vapore quello su cui si
trova? A pedali? Che cos'è?
- E' un vecchio regionale ma
... perché io dico sempre che non uso mai la parola scrittore perché.... (AUDIO
DISTURBATO) ... ma io sono un pendolare in fondo .. Anche il pendolarismo ha a
che fare con la lettura. Anche il pendolarismo è una malattia cronica del
nostro paese.
- E comunque fra le tante cose Fabio Stassi ora lo sentiamo
mentre il treno prende velocità e sta andando a Pordenone. Ne parleremo oggi a
Fahrenheit proprio con il direttore Gianmario Villalta.
Ora cominciamo a sentire le voci di qualcuno che appunto
ci segnala libri, possibilità che attraverso la narrativa ma non solo, un libro
sia curativo, terapeutico. Perché poi collegato a questo libro, c'è anche
un'iniziativa, sempre di Sellerio, che chiede ai librai di segnalare e
presentare libri che possono avere queste caratteristiche.
Cominciamo con la libreria Aleph di Castelfidardo, con
Moreno Giannattasio. Moreno buon pomeriggio.
- Buon pomeriggio.
- Dunque Giannattasio qual é il libro che lei consiglia e
per quale patologia?
- Allora io consiglio "Le rose di Atacama" di Luis Sepulveda che è taumaturgico
in senso ampio, cioè mette voglia di riscoprire la propria vita.
- E' cioè ad ampio spettro, è un ricostituente?
- Si è un ricostituente, cerca
cioè di ricostruire un senso alla vita delle persone grazie degli esempi
meravigliosi che lì raccolti. E' una serie di ritratti che Sepulveda fa di
persone di ogni estrazione, da scrittori a rivoluzionari a semplici
ristoratori, che con il loro contributo danno senso alla loro vita e riempiono
il mondo di cose belle. Il titolo poi è una metafora, le rose di Atacama sono
rose che fioriscono un giorno solo.
- Certo che se uno arriva il giorno dopo pensi che rabbia
Giannattasio, o il giorno prima (risate). Quindi ci vuole anche una grande
puntualità e tempismo. Perché questo libro è secondo lei così capace di
risvegliare la gioia e il desiderio di vivere?
- Perché fa vedere come le
persone, tutte anche quelle semplici, lottano per i loro ideali, per raggiungere
uno scopo, per portare avanti un progetto. Quindi il lettore che lo legge si
trova di fronte alla propria vita, si specchia e in qualche modo gli viene
voglia di sporcarsi le mani nella società, di ricominciare a fare qualcosa di
più.
- Senta Giannattasio nella sua libreria date anche
consigli non solo del tipo "le consiglio questo perché è un bel
libro" ma avete anche una specie di occhio clinico, una specie di diagnosi del potenziale lettore
prima di consigliare un libro?
- Si, si ... Ormai
l'esperienza ci aiuta ma poi abbiamo dei lettori affezionati, conosciamo i
gusti, loro conoscono i nostri e quindi incrociamo i dati e riusciamo a
soddisfare più gusti e più persone possibili, scoprendo, noi e loro i lettori,
nuovi autori e nuovi percorsi di lettura.
- Intanto continuano a scriverci gli ascoltatori.

Daria, mandandoci un'altra mail, scrive < "I disegni arrabbiati" di Italo Calvino con illustrazioni di Giulia Orecchia,
un libro apparentemente solo per bambini solo per bambini contro i luoghi
comuni: stare fermi a disegnare non vuol dire essere tranquilli e non dare
fastidio ai grandi >. Quindi potremmo dire che è un libro che cura
l'accidia, la timidezza, chissà?
Diciamo grazie a Moreno Giannattasio della libreria Aleph
di Castelfidardo, provincia di Ancona. Ora andiamo da Paola Rinaldi. Buon
pomeriggio.
- Buon pomeriggio a voi, agli
ascoltatori ed ospiti.
- Dalla libreria Fnac di Milano. Allora lei invece per
quale malanno e quale libro?
- Io mi ricordo che quando ero
piccola non riuscivo ad arrivare ai giardini pubblici in macchina perché
soffrivo d'auto, quindi ho pensato ad un rimedio per il mal d'auto.
- Che libro è?
- E' un libro scritto qualche
anno fa che s'intitola "Viaggio contromano" di Zadoorian Michael che
è pubblicato da Marcos y Marcos. In realtà mi è venuto in mente che in
Milanese si dice "Un male scascia l'alter" che in realtà vuol dire "un
male scaccia l'altro" perché i protagonisti di questo romanzo "on the
road" sono due anziani, molto malati, uno malato di cancro l'altro di
Alzheimer, sono marito e moglie, e decidono di fare un viaggio all'incontrario,
decidono di tornare a Disneyland dove portavano i bambini quando loro erano
sani. Mi piace molto questo libro perché la malattia diventa un'occasione di
vivere pienamente.
- Si appunto anche l'idea che anche la malattia fa parte
del percorso di vita. Mi colpisce che lei lo ricordi perché anche quando lo
lessi anche io era un po' un momento di questo tipo. E' un libro che ti fa
vedere come ogni fase dell'esperienza, in qualche modo, contiene un'esperienza.
- Ci sono poi anche tutti i ribaltamenti
di ruolo: i genitori di solito sono quelli che si prendono cura dei figli, qui
sono i figli che si preoccupano per i genitori. E poi c'è un gesto bellissimo,
senza voler poi raccontare troppo, perché la bellezza di un libro è poi anche
quella di scoprirlo mentre lo si legge, il gesto di quando la mogle butta via
la parrucca, che si può intuire perché indossi, è bellissimo. E' una
liberazione dalla malattia come angoscia, perché la malattia c'è ma appunto,
come quando uno sta male in macchina, si può andare avanti lo stesso.
- Certo se uno ha mal d'auto e va contro mano è
preoccupato per qualche altra cosa immagino, in questo senso è un libro che
rovescia un po' il punto di vista.
- Si esattamente questo, l'ho
trovato molto divertente e molto commovente insieme.
- Senta, anche lei come il suo collega da Castelfidardo
quando le si rivolge una domanda per un consiglio fa una specie di diagnosi? In
qualche modo diventa un occhio clinico il vostro?
- Come diceva il collega,
anche noi abbiamo lettori che vengono a trovarci costantemente.
- I malati cronici?

- Beh, come i medici che imparano ad essere bravi con il
tempo, alcune volte sbagliate ricetta, il libro non solo non va bene ma forse
addirittura ha un effetto contrario, ma un po' alla volta imparate. Paola
grazie, bel consiglio il suo.
- Grazie.
- Rosa Mininno, ci scrive un ascoltatore a proposito del tema
della depressione: < Il problema di quando si è depressi è che non si ha
voglia di niente e quindi nemmeno di leggere. Forse un persona che voglia
leggere, in un certo senso è come se fosse sulla via della guarigione?>.
- E' questa l'abilità del
terapeuta, appunto si può cominciare gradualmente insieme facendo capire alla
persona che bisogna riaprire la mente ed il libro è uno strumento potentissimo
per la riapertura della mente. Quando la persona soffre e sta male si chiude,
evita anche i rapporti sociali e relazioni. Non parliamo soltanto di
depressione ma parliamo di ansia e altri disturbi che possono trovare un
giovamento immediato proprio dalla lettura. Non si tratta semplicemente di
leggere ma d'interpretare, di capire e di associare con la propria storia, con
la propria vita, con i propri pensieri ed emozioni ciò che il libro descrive,
racconta e che può aiutare la persona ad evocare.
- Come diceva poco fa la libraia da Milano, leggere un
libro vuol dire in qualche senso entrare in un altro mondo ed uscire dal
proprio. Fra i vari ascoltatori ci scrive Fabrizio da Modena: < Cerco un
libro che curi il diabete>. Questa è una bella richiesta, come se la cava
Rosa Mininno?
- I libri da soli non curano
ma possono aiutare le persone, questa cosa va chiarita. In realtà si tratta di
un percorso di terapia e di scegliere i momenti adatti e non è così semplice.
Ci sono dei libri per aiutare le persone, ad esempio per l'insonnia e per altri
disturbi anche severi, quello per il diabete lo cercherò ... se il lettore lo
scrive, io lo cercherò e lo aiuterò volentieri.

- Eccomi, sono arrivato a
Pordenone.
- Bene, lo immaginiamo tutto impolverato e sporco di
carbone del treno che lo ha portato a Pordenone. Ci chiede un ascoltatore che s'incuriosisce di questa nostra chiacchierata:
< Ma c'é un libro che curi da diabete?>. Stassi come ce la caviamo?
- Per il diabete sicuramente
bisogna evitare troppi dolci e quindi mi viene in mente subito uno scrittore
molto asciutto come .... oppure una buona dose di antidoti contro lo zucchero
....
- Bravo Stassi se l'è cavata bene, ha girato la frittata
abilmente. Ora andiamo in un'altra libreria, la libreria Trame di Bologna da
Nicoletta Maldini. Nicoletta buon pomeriggio.
- Salve.
- Che libro consiglia e per quale malanno?
- Ne ho pensato uno nuovo
mentre aspettavo. Come diceva prima
l'altra libraria le persone qui entrano e la cura è spesso reciproca, infatti
tempo fa entra in libreria una ragazza e mi chiede se ho un libro lingua
ucraina. Poi ho cercato ed era un libro
che mi era sfuggito. L'autrice si chiama Marine Levica, è una sociologa di
origine ucraina ma che vive in Inghilterra, il libro parla di una famiglia un
po' a disagio. Lo consiglio quindi per i dolori familiari, che è una categoria
dove s'include ogni tipo di fatica con i genitori, con i figli adolescenti, con
un lutto o con un momento un po' turbinoso.
- Cioè, per chi soffre di famiglia, un male diffusissimo
credo, c'è un'epidemia ...
- Si temo, insomma ... non è facilissimo
vivere in famiglia. Il protagonista del libro è Nicolai un vecchietto
ottantaquattrenne che definirei indomabile. Il libro inizia con Nicolai che chiama
una delle figlie, Vera, al telefono annunciando: <Sposerò Valentina, perché
ucraina e perché dopo la morte di tua morte di tua mamma ho ancora l'esigenza
di avere una persona con cui parlare e confrontarmi>. Valentina però ha trentasei
anni, un figlio adolescente, Vera e l'altra figlia non sono molto contente di
questa trovata del babbo. In realtà è un libro che mescola tantissime cose: la
storia dell'Europa del '900 con quella delle immigrazioni forzate durante il
periodo della seconda guerra mondiale, mescola il problema del denaro e di come
viene vissuto, il problema del consumo e dell'educazione ... Marina Levica ha
un registro umoristico, molto anglosassone,
mette in scena i personaggi con dialoghi vivacissimi e brillanti, con continue
sorprese, ed è un libro molto divertente.
- Insomma, Nicoletta Maldini con lei ha funzionato questo
libro? L'ha guarita? L'ha cronicizzata almeno?
- Assolutamente si. Poi adesso
è diventato un libro contagioso perché da quell'amica che l'ha chiesto la prima
volta, è diventato un dei libri che viene voglia di suggerire quando entra il
nuovo lettore, quello che non conosci e di cui non sai né la malattia che ha né
la cura possibile.
- Ma non si fa un'ipotesi? Cioè, entra un potenziale lettore e c'è un occhio clinico?
- L'occhio clinico ci può
essere ma io di solito, dopo tanti anni faccio una domanda: l'ultimo libro che
ti è piaciuto e l'ultimo che non ti è piaciuto?
- Quindi lei presuppone che almeno due ce ne siano di
libri nella vita di questa persona?
- Si almeno che due ne abbia
letti, altrimenti è difficilissimo.
- Si mi sembra una buona idea Nicoletta. Grazie. Fabio
Stassi, partirei da due libri: quello che ti è piaciuto e quello che non ti è
piaciuto. Perché i libri possono anche far male a questo punto.
- Io credo che i libri
funzionino proprio come un tentativo di vaccinazione al male di vivere: s'inocula
una certa dose di virus proprio come il vaiolo. Io faccio parte di una
generazione che ancora si vaccinava per il vaiolo e alla quale poi restava sul
braccio questo segno, questa cicatrice. Ecco io credo che il libri migliori
lascino comunque una cicatrice, provochino una febbre. Però alla fine di ogni
libro si ha un richiamo, un'immunizzazione, una campagna di prevenzione ecco.
- Ma questo libro che potremo leggere a Novembre di Berthoud
e Elderkin, "Curarsi con i libri", Sellerio, in realtà mi
sembra di capire dalle parole di Rosa Mininno è più che un gioco, in realtà è
un vero e proprio percorso terapeutico?
- E' una specie di prontuario
di cure, funziona proprio come quei libroni che si trovano nelle farmacie.
L'edizione inglese lavorava soprattutto su orizzonte di letteratura
prevalentemente Anglosassone, a me è stato richiesto d'integrarla con la
letteratura italiana e anche con alcune lacune di letteratura internazionale.
Trovandomi a lavorare con i nostri scrittori, mi sono accorto che questo
discorso sulla malattia è centrale nella nostra letteratura ma soprattutto che
emergono alcune idiosincrasie, alcuni malanni cronici e ciclici come la
burocrazia, il narcisismo, il rapporto con il potere, la falsificazione della
storia. Anche la furbizia è una malattia da noi, la furbizia e la complicità
con cui si plaude alla furbizia.
- Sentiamo l'ultima libraia: Maria Dolores Tanzanella.
Buon pomeriggio Maria Dolores.
- Buon pomeriggio.
- Dalla libreria "Sallustio" di Ostuni, in
provincia di Brindisi: che malanno e quale rimedio?
- Io ho il rimedio per
l'ingratitudine con il libro "Le notti bianche" di Dostoevskij.
- Accidenti, lei subito vola altissimo!
- Si. L'ho scelto perché è un
romanzo su i sogni, un sogno che non si
realizza: una ragazza, la protetta del protagonista, torna con il suo primo
uomo. Però il sogno sopravvive anche al rifiuto, anche grazie alla grandezza
del perdono. Lui ringrazia lei con una formula davvero meravigliosa "Sii benedetta per quell’attimo di gioia, di
felicità che hai dato a un altro cuore, solitario, riconoscente. Dio mio, un
attimo di vera beatitudine, forse poco per riempire tutta la vita di un
uomo?".
- E certo ... (SOSPIRO) ...
Quindi lei insiste sul valore proprio esemplare più che terapeutico di un
libro. Lo si legge e ora, proprio come parlavamo ieri dei rifiuti tossici nel
casertano, ed ora, ora che lo sapete come potete fare finta di non saperlo? Vediamo
un po' che cosa ne pensa Rosa Mininno di queste proposte che ci hanno
consigliato i nostri amici librai, possono essere valide? Come le vede dal suo
punto di vista?
- Si, si certamente. Anzi le devo dire che io ho un ottimo rapporto con i
librai di tutta Italia proprio perché faccio tante conferenze con il loro
aiuto. Sostengo vivamente le librerie perché sono un punto culturale
fondamentale nel tessuto sociale. Purtroppo il nostro è un tempo di crisi
storica, economica, politica e bisogna fare molta attenzione nel coltivare
queste realtà che sono invece importantissime per la comunità e la cultura. Bisogna
sostenere le librerie, le biblioteche.
- Senta questa Mininno: ci
scrive un'ascoltatrice, Rita, che è un'infermiera e che lavora in un ospedale pubblico
a Verona e che lamenta una qualche forma d'incomprensione da parte dell'amministrazione
perché dice: < I pazienti sono spesso affamati di libri, quando li trovano a
disposizione>. Quindi mettere anche dei libri in un padiglione può aiutare?
- Guardi ci sono alcune associazioni ed alcune realtà che lo fanno. Lo
scorso anno per esempio, nel reparto pediatrico del Policlinico dell'università
"La Sapienza" di Roma, sono stata invitata a parlare proprio della
"Biblioterapia" ed è stata attivata una piccola biblioteca a disposizione
dei piccoli pazienti, dei familiari e degli operatori. Un'altra iniziativa
simile l'ho fatta proprio con i piccoli pazienti, gli operatori e i familiari
del reparto pediatrico dell'ospedale Perugia e con la collaborazione della casa
editrice "Alieno". Ci sono delle realtà in Italia che cominciano a
capire il valore della lettura del libro e del grandissimo aiuto che può dare,
anche in situazioni residenziali di sofferenza o di ospedalizzazione, dove il
distacco dalla vita e dall'ambiente familiare è molto sentito. Mi preme
sottolineare anche un'altra cosa. La biblioterapia ha due accezioni
fondamentali: una quella esclusivamente terapeutica, l'altra è quella
educativa, formativa. Quest'ultima accezione è proprio di fondamentale importanza
perché con l'aiuto appunto delle biblioteche, degli ospedali, delle
associazioni, delle librerie, delle case editrici e di tutti coloro che sono
interessati al libro e alla lettura, si attivano dei circuiti virtuosi che
fanno crescere e maturare. Ciò consente di sviluppare quel senso critico,
rispetto ai propri problemi ma anche rispetto alla realtà sociale che vivono, che
crea maggiore consapevolezza, che fa maturare delle scelte ...
- Rosa Mininno, grazie. Ci risponde
un'ascoltatrice strepitosa, Renata, proprio per la domanda sul diabete: <Per
il diabete consiglio "Forrest Gump" perché per stare bene occorre
camminare e stare a dieta>. Quindi abbiamo trovato il libro. Angelo ci manda
una mail: <Due libri sconsigliati per uso terapeutico: "Viaggio al
termine della notte" e "Una morte a credito">. Poi finisce
questa lettera dicendo: <Tuttavia bisogna leggerli>. Stassi. "sconsigliati,
tuttavia bisogna leggerli"
- Ecco io direi per chiudere: i personaggi di un romanzo sono i migliori
farmacisti, se non i migliori medici proprio perché, come dicevate prima,
immedesimarsi in un personaggio ed uscire da sè è comunque un esercizio di
fantasia ma anche di leggerezza ... C'era un critico italiano, Giacomo Benedetti,
che chiamava il personaggio di un romanzo il "personaggio-uomo". Ecco
alla fine è il personaggio-uomo che parla di sé, che ci cura (...).
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