mercoledì 4 dicembre 2013

AIUTO DOTTORE, MI SENTO MORIRE !!!

ATTACCHI DI PANICO E 118
Intervista agli operatori 
 

Sempre più si sente parlare di "Attacchi di Panico" ed in base alle statistiche sembra che stiano diventando il disturbo più diffuso del decennio 2003/2013.
In rete troverete di tutto e di più al riguardo e, leggendo qua e là, vi farete un'idea abbastanza chiara di che cosa si tratta.
Sperimentarlo sulla propria pelle  è
però ben altra cosa. Difficile da descrivere o da far capire, chi ne soffre o ne ha sofferto per spiegarvelo vi dirà semplicemente: "All'improvviso vi sembra di essere sul punto di morire".  
A questo link troverete informazioni importanti su come aiutare una persona con un attacco di panico: 

Per il mio blog ho intervistato chi quotidianamente soccorre persone con un attacco di panico: gli operatori di primo soccorso.
Troverete di seguito le domande da me sottoposte e un sunto delle risposte più rappresentative.
Se qualche mio lettore ha avuto un'esperienza personale in un pronto soccorso riguardante gli attacchi di panico e vuole farla conoscere agli altri può scrivermi e, nel rispetto della sua privacy, sarò lieta di pubblicare la sua testimonianza.

Ringrazio di cuore per il contributo ma soprattutto per il prezioso lavoro che ogni giorno svolgono per noi: 
- Amedeo D. Infermiere  servizio emergenza territoriale 118, Macerata;
- Andrea L. Autista soccorritore Croce Gialla, Camerano (An);
- Lorenzo B. Infermiere Pronto Soccorso, Osimo (An);
- Paolo F. Infermiere/prestatore d’opera come soccorritore in Croce Gialla, Camerano (An);
- Piera L. Infermiera Asur Dipartimento Emergenza Urgenza, Bologna.

 IL SOCCORSO DURANTE UN ATTACCO DI PANICO
Intervista ad operatori di primo soccorso
Troverete alcune risposte non conformi fra loro.
Le ho inserite quando c'era divergenza di opinioni fra gli operatori intervistati, al fine di rappresentare al meglio ogni punto di vista.  

1) Hai mai soccorso una persona con un attacco di panico?
Si, spesso. 

2) Riesci ad indicare l'età media delle persone con un attacco di panico che ti è capitato di incontrare? Risposta media: 15-40 
 
3) In base alla tua esperienza, le persone che chiedono aiuto per un attacco di panico negli ultimi anni sono diminuite o aumentate?
Sono aumentate in maniera preoccupante

4) Che sintomi hai riscontrato più frequentemente?
Sintomi fisici: palpitazioni o tachicardia, respiro corto o sensazione di asfissia, sudorazione profusa, brividi, nausea,  mani da ostetrico (segno di Trousseau), rigidità muscolare, dolore o fastidio al petto, sensazione di soffocamento, di sbandamento, di svenimento, sensazioni di formicolio agli arti con difficoltà a muoverli.
Sintomi psicologici: paura di morire, paura di impazzire o di perdere il controllo, sensazioni di irrealtà o di distacco dall’ambiente.

5) Anche se è difficile generalizzare, puoi indicare cosa dice all'operatore una persona che ha  un attacco di panico?
Parla spesso dei sintomi sopra indicati, in maniera ansiosa e talvolta confusa. Spesso dice di aver paura di morire. “Non respiro, non riesco più a muovermi, non sento più le mani”.

6) E i suoi familiari/accompagnatori?
A volte ci avvisano che la persona soffre di attacchi di panico, spesso i familiari però non lo sanno oppure è la prima volta che succede loro.
“Sta molto male, fate presto, è iniziato tutto all’improvviso” .

7) I servizi di pronto-intervento sono in grado di accogliere adeguatamente chi ha un attacco di panico?
Logisticamente il pronto soccorso è in grado di poterlo accogliere perché non occorrono tecniche o attrezzature mediche specifiche. La risoluzione di questa patologia è molto operatore-dipendente.
In linea di massima direi che in ambulanza e automedica l'accoglienza è buona.
In Pronto Soccorso purtroppo non sempre è buona: la qualità dell'intervento in caso di attacco di panico dipende infatti dall’afflusso di pazienti e dall’operatore adibito al Triage.  

8) C'è attenzione anche all'aspetto psicologico?
- Assolutamente no. Il più delle volte medici ed infermieri (non la maggioranza per fortuna) minimizzano, stampando al paziente nomignoli ricorrenti particolari, per etichettare la persona.
- Non sempre.
- Si, credo però che prima sia più importante porre attenzione all'aspetto sanitario e poi, escluso il problema cardiaco e neurologico, valutare l'aspetto psicologico.
- Purtroppo nella maggior parte dei casi no. Tutto dipende molto dall’operatore sanitario. Le attenzioni maggiori vengono dal personale femminile, più incline ad accogliere l’aspetto emotivo. Gli operatori di sesso maschile invece considerano frequentemente  l’attacco di panico come un problema non organico, quindi non grave e, come tale, non degno di assistenza. 

9) Secondo il tuo parere, che cosa funziona e che cosa potrebbe migliorare nel primo intervento ad una persona con un attacco di panico?
- Nel primo intervento non serve migliorare nulla, la miglioria deve esserci alla base,quando si formano quelli che saranno infermieri del 118.
- Il personale medico del 118 è adeguatamente preparato a questo tipo d'intervento. Una volta giunto all'ospedale non saprei dire se il paziente venga seguito dal punto di vista psicologico.
- Non sempre c'è attenzione alla componente psicologica. Molti operatori sottovalutano tale aspetto e considerano il supporto psicologico come un extra. Sicuramente l’intervento di un operatore attento anche allo stato emotivo del paziente potrebbe migliorare notevolmente l’approccio a questo tipo di evento. Credo che ci sia troppa disinformazione negli operatori dell’emergenza su tutte quelle che sono le patologie psicologiche e psichiatriche. Facciamo continuamente corsi sulle emergenze di vario tipo, ma mai su queste argomentazioni. 


10) Credi che le persone  siano abbastanza informate su che cosa sia un attacco di panico?
No. Pochi sanno riconoscerlo e lo confondono con tutto e di più.
Una persona approfondisce l’argomento solo se scopre di soffrirne. 

11) Credi che il personale Medico, quello Sanitario e i volontari siano abbastanza informati al riguardo?
I medici e ai sanitari sono ben formati. I volontari spesso non lo sono.

12) E per finire ti chiedo indicazioni per aiutare le persone che ne soffrono: come riconoscerlo e come affrontarlo?
- Una tecnica efficace,vecchia come il mondo ma spesso poco menzionata, e’ far respirare il paziente lentamente all’interno di un sacchetto: il paziente si tranquillizza, per una lieve sindrome narcolettica naturale, respirando l'anidride carbonica emessa dal suo respiro.
- Mantenere la calma e avere la consapevolezza che si sta avendo un attacco di panico.
- Andare alla ricerca della causa di questo/i attacchi e cercare di risolverli in maniera autonoma o con la guida di figure professionali specializzate.
- Cercare qualcuno adeguatamente formato che possa rimanere di fianco alla persona nel corso della crisi di panico. Credo infatti che avere  a fianco una persona che parli con un tono di voce basso e calmo, che aiuti a controllare la respirazione e che tranquillizzi il paziente possa fare davvero la differenza.  





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