E' a volte
vissuto come una sconfitta, altre come un sollievo, è una scelta spesso
delegata a chi ne sa di più, è forse un modo per star subito meglio. In molti si
chiedono: psicofarmaci si o psicofarmaci no?
Lo scopo di
questo post è quello d'informare da un punto
di vista scientifico e rendere consapevoli le persone su che cosa accade prendendo
psicofarmaci.
Leggete in modo
critico quanto segue, informatevi e chiedete consiglio ad esperti prima di fare
una determinata scelta.
E' sempre importante
per noi stessi e per chi ci circonda scegliere
in modo consapevole.
Molte persone
che conosco assumono psicofarmaci. E' un fenomeno assai diffuso, più di quanto
si creda. Innumerevoli sono le cose che ho letto negli anni ed altrettanto
numerosi i confronti che ho avuto con amici, colleghi, familiari e pazienti
sull'argomento.
Cercherò di
rispondere in breve alle domande che mi sono state fatte con più frequenza.
Scrivendo ciò mi
riferisco ai psicofarmaci di più largo consumo: antidepressivi e ansiolitici.
Come
agisce uno psicofarmaco?
Il nostro sistema nervoso è
regolato da neurotrasmettitori, cioè da molecole che i neuroni si scambiano fra
loro. La serotonina e la noradrenalina sono due sostanze molto
importanti per quanto riguarda la regolazione del benessere.
Gli psicofarmaci intervengono
efficacemente per normalizzare i nostri neurotrasmettitori un po' impazziti, ma non
posso intervenire su ciò che ha causato la loro disfunzione.
Quando
un farmaco diventa necessario?
I farmaci sono
assolutamente necessari in determinate condizioni, cioè quando il disagio è
tale da impedire al soggetto di portare avanti le proprie attività quotidiane.
Per fare qualche esempio: quando ci sono deliri o allucinazioni, quando una
forte depressione impedisce alla persona di alzarsi dal letto, quando l'ansia o
un attacco di panico non ci consente di portare avanti alcuna attività
lavorativa... Ricorrere ad uno psicofarmaco è
quindi indispensabile in alcuni casi specifici e gravi. Oggi si assiste
ad un larghissimo uso di psicofarmaci non necessari al soggetto.
Alcuni psicofarmaci vanno presi per lungo tempo,
altri per brevi periodi di tempo, altri per tutta la vita. Non si può
generalizzare.
E
gli effetti collaterali?
Anche questi
variano da persona a persona, possono essere diversi anche nella stesso
individuo in periodi diversi: non si possono assolutamente prevedere. A volte
sono lievi, altre gravi e debilitanti.
Ci
sono regole per l'assunzione?
Sicuramente non si può scherzare con un farmaco. Ecco 5
regole generali da seguire.
1) Vanno
assolutamente prescritti da un medico o da uno psichiatra, mai da uno
psicologo, psicoterapeuta o farmacista;
2) Ci si deve
attenere scrupolosamente alle indicazioni date da chi ha prescritto il farmaco;
3) Se non si
riceve alcuna indicazione è opportuno chiederle e, se si è in dubbio su
qualcosa, non esitare a contattare il proprio medico;
4) Evitare in
ogni caso il "fai da te" sia per l'inizio di una cura ma anche e
soprattutto per la sua sospensione;
5) Evitare
qualsiasi assunzione di alcool o sostanze psicoattive in concomitanza con l'uso
di psicofarmaci.
Se
prendo uno psicofarmaco poi guarisco?
Ecco il punto
critico! La risposta, dal mio punto di vista, è: no. Il perché è
semplice: la pillola cura il sintomo, ma
il problema resta.
Assumendo lo psicofarmaco il nostro corpo è anestetizzato, non ci fa più sentire il sintomo: depressione, ansia, attacchi di panico sono imbavagliati ed azzittiti. Ma ciò non vuol dire che io li abbia ha eliminati. Sotto sotto continuano a lavorare e, il più delle volte, ricompaiono appena interrotta l'assunzione. E' come prendere un antidolorifico durante un'infezione batterica: se non si assume anche un antibiotico il dolore riappare appena cessata l'azione antidolorifica.
Assumendo lo psicofarmaco il nostro corpo è anestetizzato, non ci fa più sentire il sintomo: depressione, ansia, attacchi di panico sono imbavagliati ed azzittiti. Ma ciò non vuol dire che io li abbia ha eliminati. Sotto sotto continuano a lavorare e, il più delle volte, ricompaiono appena interrotta l'assunzione. E' come prendere un antidolorifico durante un'infezione batterica: se non si assume anche un antibiotico il dolore riappare appena cessata l'azione antidolorifica.
E
la psicoterapia insieme a farmaci?
A volte, ma non
sempre, viene consigliato di associare l'azione di uno psicofarmaco ad una
psicoterapia. Spesso l'assunzione del farmaco, se il soggetto non ne ha una
effettiva necessità, può inficiare il buon andamento della terapia stessa.I progetti
terapeutici che integrano psicofarmaci e psicoterapia non sono infatti indicati
per tutti i casi e vanno scelti con cura a seconda della singola storia
personale di ogni paziente.
A volte la
persona senza un aiuto farmacologico non riesce neanche ad iniziare un percorso
psicoterapeutico: è in questi casi che si consiglia una terapia integrata.
Quando c'è una farmacoterapia in
corso, lo psicoterapeuta può collaborare, se la persona dà il suo consenso, con
il medico che l'ha prescritta ed entrambi i professionisti si prendono in
carico lo stesso paziente.
E
le terapie naturali?
Io stessa consiglio
e uso metodi naturali per alcuni disturbi lievi.
Ma se un
disturbo psichico si fa veramente serio e grave non è stata dimostrata
scientificamente l'efficacia delle
terapie naturali, se non quella associata all'effetto placebo. Fanno eccezione
alcune droghe usate a scopo medico. Questo argomento è ancora molto controverso
in Italia.
E' necessario
che si sviluppino ulteriori ricerche scientifiche per studiare ed analizzare
l'uso di sostanze naturali nel disagio pischico. Per informarsi al riguardo si
può leggere "Le droghe che curano":
un interessante articolo, uscito proprio il mese scorso (Giugno 2013), nella
rivista scientifica "Mente e
Cervello".
Potete trovarne
l'editoriale al link:
Per
quel che riguarda gli psicofarmaci ai bambini?
Questo è un
argomento molto delicato e non mi sento assolutamente di dare indicazioni.
Riguardo agli
psicofarmaci somministrati in caso di ADHD (Sindrome da Deficit di Attenzione
ed Iperattività) invito tutti alla visione di questo video, di qualche anno fa
ma purtroppo ancora attuale:
E per
approfondire ulteriormente visitare: http://www.giulemanidaibambini.org/
Non essendo un
medico il mio contributo termina qui
Mi piacerebbe
che qualche medico o medico-psichiatra, leggendo questo post, mi scrivesse per
dirmi che ne pensa e quale sia la sua esperienza al riguardo.
Sarò lieta di
pubblicare alcune delle vostre risposte.